La pittura a Verona nel Settecento

La ricerca si pone come obiettivo la messa a fuoco dell’articolata situazione artistica a Verona nel corso del XVIII secolo: in tale periodo si configura una vera e propria “scuola veronese”, che trova il suo riconoscimento ufficiale nell’apertura dell’Accademia di pittura, l’unica in territorio veneto, oltre a quella nella capitale della Serenissima. Se scarse sono le presenze ‘foreste’ in città, al contrario assume un aspetto qualificante la fortuna della pittura veronese all’estero, richiesta dalle corti di mezza Europa, da Dresda a San Pietroburgo.

Obiettivi

Partendo dai risultati acquisiti dalla ricerca degli ultimi decenni e attraverso la rilettura delle fonti letterarie e archivistiche, ci si propone non solo di approfondire l’attività delle maggiori personalità artistiche (Balestra, Rotari e Cignaroli in primis), ma anche di indagare tutto un tessuto connettivo – integrato dalla produzione plastica – che sembra trovare il proprio comun denominatore nel classicismo strenuamente difeso da Scipione Maffei, ma che in realtà registra anche interessanti manifestazioni artistiche autonome ed ‘eterodosse’.

Risultati

La ricerca ha già ottenuto risultati: fra i più significativi, la pubblicazione di un saggio, da parte del responsabile scientifico, nel volume La pittura nel Veneto. Il Settecento di Terraferma, a cura di G. Pavanello, nel 2011, e la mostra Il Settecento a Verona. Tiepolo Cignaroli Rotari, la nobiltà della pittura, tenutasi a Verona dal novembre 2011 all’aprile 2012, di cui il responsabile scientifico è stato uno dei curatori.



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